Comunicati stampa

SARS-COV-2 TRA VOLONTARIETA’ E OBBLIGO VACCINALE

30 Dicembre 2020

Negli ultimi giorni abbiamo assistito ad un rapido susseguirsi di eventi, articoli, interpellanze ed interrogazioni parlamentari inerenti l’obbligatorietà vaccinale per il SARS-COV-2. Obbligatorietà che, ancora una volta, vorrebbe vedere coinvolte tra le altre, le uniche persone che non possono scegliere: i militari.

A fronte dell’ultima circolare pubblicata dall’Aeronautica Militare, molti iscritti e non, ci hanno contatti preoccupati, alla ricerca di delucidazioni.

Come sindacato non abbiamo alcuna intenzione di schierarci o di proferire un parere sulla bontà di questa o dell’altra tesi, non entriamo nel merito del dibattito, ma ci preme unicamente tutelare i diritti di ogni militare. Vogliamo pertanto rassicurare nel dire al personale che, AD OGGI, stando alle dichiarazioni del ministro della Salute Roberto Speranza non vige alcun tipo di obbligo di legge alla vaccinazione Covid per nessuna categoria professionale, men che meno per noi militari.

L’Articolo 32 della Costituzione sancisce inequivocabilmente che la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Vogliamo quindi sia chiaro sin da subito, che questo sindacato veglierà e denuncerà nei modi consentiti, ogni azione volta a violare i diritti del personale rappresentato e non accetteremo che, la rituale “indispensabilità” ancorata alla necessità professionale, mascheri la “volontarietà” facendone un “obbligo” per mezzo del giuramento prestato e dall’obbedienza che ne deriva.

Per cui chiediamo fin da subito alle massime autorità della Difesa di fare in modo che il diritto di adesione volontaria alla vaccinazione per il Sars-Cov-2 sia PRESERVATO in ogni modo anche in ambito militare, per non creare ancora una volta cittadini di serie b e ricordando che l’eventualità di un obbligo vaccinale dovrà tassativamente passare dall’approvazione del Parlamento, dal necessario rispetto delle procedure vaccinali e dal conseguente riconoscimento della malattia professionale in caso di reazioni avverse con conseguente riconoscimento d’ufficio della causa di servizio, per non doverci ritrovare ancora una volta domani ad affrontare gli spettri del passato.

Roma, 30 dicembre 2020

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