Scriviamo questa lettera aperta consapevoli che non è mai semplice individuare le parole giuste, tanto più se i destinatari sono quei colleghi e colleghe che vivono situazioni vorticose, parliamo di militari che, durante l’orario di servizio, vorrebbero fermare l’orologio e con esso tutti i problemi con cui puntualmente si fa poi a botte dietro ai confini nella propria sfera privata.
La vita, a volte, designa le persone da mettere alla prova, e non è concesso capire perché proprio loro, se siano state prescelte per testare una società che perde per strada, ad ogni piè sospinto, i cocci dell’empatia facendosi sovrastare invece dall’apatia. Del resto siamo abituati a non avere mai il tempo per soffermarci e guardare negli occhi di chi vive i propri problemi in silenzio.
Purtroppo siamo troppo impegnati per dedicare una parte del nostro tempo a un tema che si occulta tra le pieghe della nostra comunità: il mondo dei divorziati.
Chi si incammina verso il solco della fine di un matrimonio, trova davanti a sé una strada in salita, un’altitudine troppo impervia da poterla percorrere in solitudine. Una sfilza di problemi che spazia inesorabilmente da un tema all’altro, dal crollo economico a seguito dell’assegno di mantenimento all’ex coniuge, alle spese legali da sostenere, dall’impossibilità di far fronte all’affitto di una casa, a quella di garantirsi un pasto, non per ultimo, la vera linfa di un padre e di una madre, trovare il giusto bilanciamento tra gli impegni lavorativi e il tempo da destinare all’unica cosa che rimane dopo la triste fine di una storia coniugale, un figlio.
Noi del Sindacato S.I.A.M.O. Esercito siamo ben consapevoli che i problemi espressi sono solo la punta dell’iceberg di tutto quanto in realtà le persone coinvolte vivono quotidianamente. Basti pensare che l’inottemperanza a un provvedimento di un Giudice a seguito dello scioglimento degli effetti civili (come il totale o il parziale mancato pagamento degli assegni familiari), comporta un procedimento disciplinare di stato, trascinando inesorabilmente il militare nel precipizio della sospensione dal servizio.
E’ un attimo il passaggio da giorni pieni di colori, a quelli sbiaditi, da una vita colma di soddisfazioni, a giornate struggenti, e in un attimo la traversata ti porta dritto negli abissi. Eppure noi militari siamo stati cresciuti con la consapevolezza che, mentre la madre naturale è colei che ti ha messo al mondo, l’Esercito ti adotta in gioventù e ti accompagna fino all’invecchiamento. Per questo è al vertice del Dicastero e della nostra Forza armata che noi del Sindacato del S.I.A.M.O. Esercito abbiamo inteso rivolgerci, attraverso un documento che propone misure mirate e risolutive, che potrebbero donare un sospiro di sollievo a chi, ogni giorno della sua vita, allacciando i suoi anfibi fa fatica ad andare avanti dopo questi particolari eventi familiari.
Chiudiamo questo scritto rivolgendoci a tutti voi: a prescindere dal supporto che noi siamo sempre pronti a darvi, voi, nel frattempo, non perdete mai la forza di lottare, d’altronde, noi soldati siamo nati per questo.
Roma, 13 agosto 2020
IL DIRETTIVO NAZIONALE
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