Roma, 16 luglio 2024. Continuiamo ad assistere a cose strane…
Come noto, da tempo, ITAMIL e S.I.A.M.O hanno intrapreso una battaglia sindacale per ottenere la settimana lavorativa corta (proposta a costo zero), segnalata già nel 2023 al Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, ribadita poi al Ministro della Difesa, al Sottosegretario di Stato alla Difesa ed in Funzione Pubblica, al fine di agevolare il personale con specifiche esigenze personali/familiari.
Ebbene, di recente abbiamo potuto leggere una singolare interpretazione di una circolare con cui l’amministrazione ribadiva la funzionalità relativa agli istituti dell’orario flessibile del personale su base individuale o di reparto, e non possiamo che rimanerne basiti. Secondo qualche associazione sindacale, basterebbe questo strumento per ottenere la settimana lavorativa su 4 giorni. Questo ci sembra soltanto un debole tentativo atto ad oscurare la vera proposta innovativa che noi abbiamo avanzato.
Secondo l’articolo 10 comma 4, del D.P.R. n. 394 del 31 luglio 1995, “L’orario normale delle attività giornaliere è ripartito nell’arco di 6 giorni, fatta salva la possibilità di contenere l’arco settimanale in 5 giorni quando reso opportuno dalla specifica organizzazione di ciascuna Forza armata.”.
Giacché la circolare sottolinei la possibilità del Comandante di riarticolare l’orario delle attività giornaliere “riducendole a 4 giorni” (oltre che aumentandole a 6 giorni settimanali), ciò è riferito alle particolari condizioni operative, addestrative, logistiche, nonché ambientali – specificando che la riarticolazione dev’essere “in maniera non definitiva”.
È chiaro quindi che non vi sia nessun cambiamento rispetto a quanto stabilito dalla Direttiva sullo Straordinario (8002) a favore dei Comandanti per la gestione dell’Ente e che la Flessibilità Individuale resti un istituto a se stante normato dalla direttiva su citata.
L’articolazione dell’orario di lavoro su 4 giorni settimanali, seppur citata dalla suddetta circolare, è attualmente inesistente a livello normativo. Pertanto crediamo che sia necessaria molta cautela nella gestione normative dell’orario di servizio, al fine di evitare applicazioni unilaterali da parte dei Comandanti di turno, che potrebbero addirittura disporre un orario lavorativo su 6 giorni per un minor numero di ore lavorative giornaliere, non confacendo quindi con la reale esigenza personale/familiare del personale militare.
Quello che ITAMIL e il S.I.A.M.O. Esercito chiedono è una reale modifica normativa, non uno strumento utilizzabile a discrezionalità del Comandante.
E proprio su questo che vi invitiamo a riflettere.
Ci impegniamo ogni giorno con concretezza e onestà intellettuale per difendere i diritti del personale, affinché non restino “discrezionali parole al vento”. C’è chi come noi difende i diritti del personale, lotta e si impegna costantemente per ottenerli, e c’è chi invece difende gli interessi del Palazzo.
Ora la decisione sta a voi!
Scegliere di stare in prima linea con ITAMIL o col S.I.A.M.O. Esercito, significa dare la propria fiducia a chi ha avuto il coraggio di osare, conosce le precedenti concertazioni e vuole davvero migliorare le condizioni lavorative dei colleghi!
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