disabilità esenzioni 104
Comunicati stampa

LEGGE 104. IL SIAMO ESERCITO CHIEDE L’INTERVENTO DEL MINISTRO LOCATELLI

9 Luglio 2024

Abbiamo appreso con perplessità delle ultime due circolari pubblicate dallo Stato Maggiore dell’Esercito apparentemente indirizzate a chiarire alcuni dubbi interpretativi sorti in merito all’applicazione di istituti relativi alla Legge 104.

In realtà, dopo l’Ordinanza (n. 12649/2023) della Corte di Cassazione – Sezione del Lavoro, le successive circolari “chiarificatrici” pubblicate, hanno fatto sorgere nella scrivente OS e nei propri iscritti, la percezione di essere di fronte ad un trattamento riservato a cittadini di serie B.

In particolare la presente OS vuole soffermarsi sull’applicazione del diritto all’esonero notturno per il personale che assiste un disabile e dei servizi di reperibilità.

In premessa, riteniamo necessario chiarire che: mentre il diritto all’esonero dal servizio notturno per il personale che assiste un disabile è previsto dalla Legge 104/1992, la reperibilità è ad oggi regolata dai Decreti del Presidente della Repubblica del 2002 e del 2009, prevedendo che l’amministrazione possa richiedere la disponibilità del personale per almeno dodici ore consecutive.

Nessun limite di gravità per l’esenzione dai servizi notturni

La sentenza citata della Corte di Cassazione ha difatti stabilito in maniera granitica che il personale beneficiario dei diritti derivati dalla legge 104, senza limiti di gravità, abbia diritto a richiedere l’esenzione dai servizi notturni. (importante strumento di supporto per il personale militare che si prende cura di un familiare disabile e che mira a facilitare l’attività di assistenza, assicurando che i militari possano dedicarsi completamente a tale compito senza l’onere dei turni notturni.)

Ma la legge, si dice, si interpreta per gli amici e si applica ai nemici. Detto fatto. È così che con un colpo di spugna, con la circolare M_D AE1C1B2 REG2024 0109989 24-06-2024 lo Stato Maggiore della Difesa ha deciso di superare lo scoglio della sentenza della suprema corte, stabilendo la non applicazione della stessa al personale militare, andando di fatto oltre il disposto normativo Nazionale (Legge quadro), nonché della stessa sentenza e creando una gravissima disparità di trattamento tra il personale militare e un qualsiasi cittadino della Repubblica Italiana nella stessa condizione. Tutto ciò in barba non solo al diritto di equità costituzionalmente garantito, ma anche a quanto stabilito all’interno dello stesso Codice dell’Ordinamento Militare.

Non solo. Pare inoltre, con circolare M_D A0D32CC REG2024 0105759 02-05-2024 che a seguito di approfondimenti interministeriali, sia stato “chiarito” che chi beneficia dell’esonero dal turno notturno per assistere un disabile non potrà essere posto in servizio di reperibilità. Questo va ad aggiungersi a un serie di limitazioni già poste in essere dagli Stati Maggiori verso il personale che beneficia dei diritti previsti dalla legge 104, come la partecipazione a missioni e operazioni in teatro, vedendo sempre più restringersi le possibilità lavorative, e a parere dello scrivente, andando oltre le previsioni normative, limitando di fatto non solo l’attività lavorativa ma anche i possibili introiti familiari, derivanti dal pagamento dello straordinario.

Un baratto tra diritti e doveri

Queste restrizioni rappresentano un vero e proprio baratto tra diritti e denaro necessario per le cure dei figli e parenti disabili. Chi deve prestare assistenza si trova di fronte a un difficile scelta: dedicarsi alla cura del proprio familiare o garantire il sostentamento economico della famiglia.

Il SIAMO Esercito riconosce l’importanza della tutela del personale disabile ovvero di chi vi presta assistenza, e ritiene che in entrambi i casi, lo Stato Maggiore si sia oltremodo sbilanciato con i chiarimenti diramati, creando all’interno delle Forze Armate, disparità di trattamento e cittadini di Serie B.

Chiediamo quindi al titolare del dicastero della Difesa e al Ministro per le Disabilità – Alessandra Locatelli di rendersi promotori di un intervento mirato a garantire il giusto supporto al personale militare disabile, ovvero a chi li assiste, affinché si ritorni al più presto all’equità di trattamento prevista dalle norme Costituzionali.

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