I Sindacati Militari e i loro appartenenti godono degli stessi diritti dei lavoratori italiani in relazione alla giurisdizione su comportamenti anti sindacali.
Le sigle sindacali militari chiedono, al Parlamento tutto, di prendere atto del sopravvenuto e fondamentale scenario rappresentato dalla sentenza dell’autorevole sezione lavoro del Tribunale di Palermo.
Il Tribunale, mette fine alla diatriba politica e scioglie il nodo della competenza sulle controversie giudiziarie in tema di comportamenti anti sindacali. E’ di poche ore fa infatti, la notizia che un dirigente sindacale militare, al quale era stato comminato un trasferimento, dopo che lo stesso aveva lamentato carenze sulla tutela della salute in capo agli iscritti appartenenti alla propria sigla sindacale (SIM Carabinieri) sia stato reintegrato immediatamente dal Tribunale del Lavoro di Palermo. Il Giudice, Dott. Giuseppe Tango ha inteso non solo trattare la materia del contendere quale normale materia competente il Tribunale del Lavoro ai sensi dello Statuto dei lavoratori ma, ha chiesto, a che si stabilisse immediatamente la precedente condizione e che il dirigente sindacale fosse reintegrato in incarico equivalente in stessa sede.
Il Parlamento prenda atto, dell’orientamento chiaro e univoco che la magistratura giuslavorista ha inteso declinare ammettendo la trattazione della controversia in capo al Tribunale sez. lavoro quale logica scelta del giudice naturale.
I militari non sono e non possono essere trattati quali cittadini di serie B. Nulla ormai può giustificare un eventuale compromesso al ribasso, da parte della politica, che stante lo scenario appena delineatosi renderebbe indifendibile la scelta di confermare, in Parlamento, a che le controversie legate a comportamenti anti sindacali possano essere trattate dal Giudice Amministrativo con tutti i “limiti” che in questi mesi le Associazioni Sindacali Militari, all’unisono, hanno rappresentato in tutte le demandate sedi.
Roma, 25/06/2020
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